Appartenente una ad una quasi estinta generazione di geniali designer milanesi degli anni ’50 e ’60, Gilberto Colombo a partire dagli anni ’50 contribuisce in modo sostanziale al design “Made in Italy”, dando un importante apporto tecnico nello sviluppo di nuovi telai rivolti in particolare all’automobilismo sportivo, con notevoli collaborazioni come quelle con Ferrari e Maserati.
Si è da poco appena a conclusa alla Triennale di Milano l’interessante mostra “Gilco, Il design della leggerezza” su questa importante figura del panorama automobilistico degli ultimi decenni.
Nato a Milano nel 1921, Gilberto a diciassette anni inizia a prestare la sua collaborazione nella fabbrica del padre, dove a soli ventuno diventa Direttore tecnico, impegnandosi nella messa a punto degli impianti e delle tecniche produttive dei tubi rinforzati.
Conosciuto con lo pseudonimo Gilco, che diverrà poi un marchio. Negli anni ’40 Gilberto Colombo si Laurea in Ingegneria al Politecnico di Milano. Qui conosce Mario Speluzzi docente e direttore tecnico nell’ambiente delle corse, che lo stimola a un approfondimento delle tematiche tecniche nell’ambito delle auto da corsa e che lo conduce a realizzare all’interno dell’azienda del padre la “A.L. Colombo”, un reparto denominato GC dedicato proprio alla produzione di telai sportivi.
Come lo stesso Colombo racconta: “Alla fine degli anni ’40 la Gilco autotelai inizia a sviluppare e a suggerire ai suoi clienti l’adozione di telai a traliccio in sostituzione dei modelli tradizionali denominati “a longheroni”, e questo allo scopo di ottenere una maggiore rigidità a parità di peso. Si può dire che fu proprio questa rivoluzione che permise di ottenere ottimi risultati, già in quei tempi, particolarmente nelle vetture di formula”.
Passate le tragedie e la distruzione seminate della seconda guerra mondiale, che anche a Milano avevano mettono a dura prova l’ambito produttivo ed industriale, nel 1946 Colombo incontra a Modena Enzo Ferrari, che dissotterrate le parti meccaniche nascoste ai nazisti, può finalmente riprendere in mano il suo progetto di realizzare la prima vettura con il marchio Ferrari.
Nel 1947, proprio grazie a questa nuova preziosa collaborazione, Colombo può mettere a frutto i suoi sforzi: la nuova società “Gilco Autotelai”, appena fondata, avvia una collaborazione con casa Ferrari riadattando i telai danneggiati durante le gare o in prova.
Nel maggio dello stesso anno in particolare sono forniti i telai per le prime auto da corsa Ferrari, realizzati con tubolari alleggeriti, costituiti da tralicci di tubi a sezione ovale, in sostituzione dei tradizionali telai in lamiera.
Dai garage di Maranello escono le prime Ferrari con telai Gilco: la fantastica Ferrari 125s, in autunno la più potente Ferrari 159s, fino ad arrivare nel 1957 alla progettazione del telaio per l’ineguagliato capolavoro, la Ferrari Testarossa.
In questo periodo Gilco sviluppa telai con una struttura a gabbia, chiamati “Isogrid”, che grazie a tubi sottili e tralicci consente di avere una maggiore leggerezza e rigidità al tempo stesso.
Enzo Ferrari chiede di applicare tali innovazioni alla Ferrari 212 di serie, per adattarla a un impiego agonistico. Negli anni ’50 viene, infatti, realizzato un apposito telaio per la 212 da corsa, poi soprannominata “212 tuboscocca”, per distinguerla da versione stradale.
Negli stessi anni “Gilco Autotelai” realizza tra gli altri anche un telaio per conto della scuderia Milan dei fratelli Ruggeri, per una rielaborazione di una Maserati Formula 1 e per altri modelli Maserati da competizione.
Nel frattempo il rapporto con casa Ferrari prosegue in modo molto proficuo, al punto che per tutto il primo decennio 1947-1957 tutte le vetture uscite dalla casa di Maranello impiegano esclusivamente telai marchiati Gilco.
Dalla fine degli anni ’50 Colombo decide di ampliare il suo lavoro anche ad altri settori come quello nautico e residenziale e all’inizio degli anni ’60 Gilberto sviluppa un progetto di miglioramento dello scafo dell’imbarcazione da regata di classe Star.
Nel ’58 Enzo Ferrari chiede a Colombo di aiutarlo ad allestire all’interno dello stabilimento un apposito reparto per la produzione in proprio di telai tubolari.
Il lavoro di Colombo spesso non si limita alla progettazione dei telai tubolari ma spesso fornisce un preciso apporto creativo nella progettazione della carrozzeria, come avviene per esempio con la Ferrari 166 Gran turismo del 1952, piuttosto che con le Maserati GT 3500 e GT 5000 del ’56 e ’57,
Embed from Getty Imagescon la Ghia 1500 GT e 230 S del 1962 e in seguito con la Daimler 250 del 1964. La Gilco Autotelai decolla, portando le commesse trimestrali a 25-30 telai e consegne al ritmo di circa quindici giorni per telaio.

Fiat 2300 Ghia 230 GS Coupé, prototipo del 1963 realizzato da Ghia su meccanica Fiat 2300 S, con telaio tubolare Gilco progettato da Gilberto Colombo e carrozzeria disegnata da Sergio Sartorelli. Foto Thomas Doerfer
Nel 1965 realizza artigianalmente il primo esemplare di Star attivando a Lierna un piccolo cantiere nautico che proseguirà la propria attività fino al 1975, producendo circa venti scafi.
Nel 1966, Colombo acquisisce la Trafiltubi ubicata a Novegro, vicino a Milano, tuttora attiva e specializzata nella produzione in tubi d’acciaio di alta qualità con profili speciali, studiati per le applicazioni più raffinate. Il marchio Gilco inizia così a operare in sinergia con una realtà produttiva che è in grado di realizzare soluzioni tecnologiche avanzate come risposta a esigenze estreme.
Negli anni ’70 Gilberto avvia una collaborazione con i cantieri nautici Folli e Lillia, e una delle sue creazioni, la “Star Roberta II”, dopo essersi aggiudicata il secondo posto nel 1972, conquista il primo posto al Campionato italiano. Nel 1975 l’imbarcazione Roberta III, con lo stesso equipaggio, vince il Campionato italiano. Successi che si protraggono agli anni ’80, con la prima vittoria al Campionato del mondo conseguita nel 1980 da Antonio Gorostegui con uno scafo Star di Folli.
All’interno della Trafiltubi è creato un Reparto Applicazioni Speciali, per produrre tubi speciali per telai di biciclette da corsa e da record; é del 1983 il tubo “a sezione stellare”, realizzato con un profilo costituito da quattro nervature longitudinali d’irrigidimento, e il telaio Master per casa Colnago. Gilco approfondisce il tema dei telai per biciclette da record, con il progetto della Laser (poi prodotta da Cinelli) che nel 1991 conquista il Premio Compasso d’Oro.
Nel 1988 Gilberto Colombo scompare a soli sessantasette anni, lasciando un notevole patrimonio tecnico e un importante apporto alla cultura del design italiano.
Vittorio Piaggi
The fantastic pipes of Gilco [English version]
In 1947, thanks to this new precious collaboration, Colombo can exploit his efforts: the new company “Gilco chassis”, newly founded, starts a collaboration with Casa Ferrari readapting The frames damaged during the races or under test.