1946, la più grande catastrofe della storia dell’umanità si appena conclusa lasciando dietro di se morte e distruzione. Solo due anni prima gli stabilimenti Daimler-Benz di Sindelfingen, Untertürkheim, Berlin-Marienfelde e Mannheim sono stati bombardati 1 e le autorità statunitensi che hanno preso il controllo dell’area in cui sorgono i principali stabilimenti, hanno imposto di non produrre autovetture di nuova progettazione. Le uniche linee di montaggio ancora integre sono quelle della gamma W136, che comprende la 170V nata nel lontano 1935. Nel 1949 il veto viene tolto e Mercedes-Benz, pur con risorse limitate, può tornare a progettare nuove vetture. Lo scopo principale è quello di ricostruire l’azienda sul piano economico, restituendo alla casa tedesca il prestigio e la credibilità di un tempo, un percorso nel quale il ritorno al mondo delle corse è di estrema importanza, ed è così che prende vita il progetto SL “sport und licht”.

Mercedes-Benz 300 SL (W194) – Photo credit: Mercedes-Benz Archive
Sport und licht= SL
Indole sportiva e leggerezza: la nuova vettura deve poter soddisfare queste caratteristiche, ma le risorse economiche disponibili non bastano per creare una nuova auto da corsa, così il 27 marzo 1950 Rudolf Uhlenhaut viene incaricato dello sviluppo di questo ambizioso progetto. Rudolf è un eccellente progettista della casa tedesca e sfruttando motore, cambio e sospensioni ricavate da vetture di serie, crea in breve tempo la 300 SL. La SL è una vettura da corsa spinta dal motore M186 (ricavato dalla Typ 300), da tre litri e 6 cilindri in linea, ampiamente riveduto al fine di aumentarne la potenza in modo consistente 2.
Lo Chassis della Mercedes-Benz 300 SL (W194) – Photo credit: Mercedes-Benz Archive
La posizione del motore inclinata di 50° consente di alloggiarlo senza problemi nella gabbia tubolare di alluminio che costituisce il telaio della vettura. Una soluzione questa, che garantisce al telaio caratteristiche di leggerezza e rigidità, all’epoca sconosciute.Il propulsore, dotato di tre carburatori Solex, sprigiona la bellezza di 175 CV; anche le sospensioni ed il cambio derivano dalla produzione in serie.L’apertura delle portiere ”ad ali di gabbiano” è quasi un obbligo dettato dal telaio a traliccio, che salendo verticalmente lungo le fiancate costringe i progettisti a creare questo nuovo sistema di apertura.Nel novembre del 1951 i primi prototipi senza carrozzeria, vengono provati sul tracciato di Solitude, una pista semi urbana che collega Stoccarda, Leonberg e Büsnau 3. Il 12 marzo del 1952 la SL è pronta per essere presentata ufficialmente alla stampa.

Mercedes-Benz 300 SL (W194) – Photo credit: Mercedes-Benz Archive

Mercedes-Benz 300 SL (W194) – Photo credit: Mercedes-Benz Archive
Il debutto in gara
Più di due anni sono passati dall’avvio del progetto e finalmente giunge il momento del debutto in gara. Brescia 3 maggio 1952: alla Mille miglia tre esemplari di 300 SL (W194) sono pronte per partire. Gli equipaggi scelti sono composti da Rudolf Caracciola 4/Peter Kurrle, Karl Kling/Hans Klenk ed Hermann Lang/Erwin Grupp.

Mille Miglia 1952, Karl Kling/Hans Klenk (n.623) su Mercedes-Benz 300 SL (W 194) prima della partenza/ Mille Miglia 1952, Karl Kling/Hans Klenk (# 623) on Mercedes-Benz 300 SL (W 194) before the start – Photo credit: Mercedes-Benz Archive
Le auto prendono il via e dopo soli due terzi di gara la 300 SL di Kling/Klenk precede la Ferrrari 250S di Bracco di 4 minuti, che però nella parte terminale della gara riesce a recuperare lo svantaggio e taglia il traguardo per prima. La coppia Lang/Grupp è costretta al ritiro per una uscita di strada, Kling chiude in una incoraggiante seconda posizione, mentre è quarta la SL di Caracciola/Kurrle.

Mille Miglia 1952. Secondo posto per Karl Kling/Hans Klenk (n.623) su Mercedes-Benz 300 SL (W 194)/Mille Miglia 1952. Second place went to Karl Kling/Hans Klenk (# 623) on Mercedes-Benz 300 SL (W 194) – Photo credit: Mercedes-Benz Archive
18 maggio 1952, arriva la prima vittoria
La 300 SL, giunta seconda a Brescia, non è riuscita a dimostrare appieno il suo potenziale, ma ha certamente destato qualche preoccupazione in casa Ferrari, che troverà conferma a Berna. La prima vittoria arriva infatti il 18 maggio 1952 in una gara di categoria Sport sul circuito di Bremgarten, evento parallelo al GP di Formula uno, che vede chiudere per primi al traguardo in quest’ordine: Karl Kling, Hermann Lang e Fritz Rieß che con questo notevole risultato coronano la rinascita della casa di Stoccarda. La giornata però non si chiude positivamente a causa del terribile incidente di Rudolf Caracciola che con la stessa vettura, in seguito all’incidente sarà costretto a concludere la propria carriera agonistica: alla prima curva è Rudolf in testa alla gara, ma pochi giri dopo uno dei freni della sua SL si blocca e lui finisce contro un albero. La moglie accorre sul luogo dell’incidente e lui per tranquillizzarla le dice: “Non ti preoccupare, si è rotta la gamba buona, se si accorcerà come l’altra non zoppicherò più”.
15 giugno 1952: la SL rilancia a Le Mans
La ventesima edizione della 24 ore di Le Mans e certamente un ottima occasione per dimostrare finalmente le prestazioni e la resistenza della 300 SL.

Le Mercedes 300 SL di Hermann Lang/Fritz Rieß e Theo Helfrich/Helmut Niedermayr alla partenza della 24 ore di Le Mans/The Mercedes 300 SL of Hermann Lang/Fritz Rieß and Theo Helfrich/Helmut Niedermayr at the start of the 24 hours of Le Mans – Photo credit: Mercedes-Benz Archive
Tra Mercedes e Ferrari è come sempre battaglia aperta. Sul Circuit de la Sarthe tra i concorrenti anche la Ferrari 250 S Berlinetta Vignale di Alberto Ascari che malgrado il giro più veloce alla media di 173.159 km/h non riesce a concludere la gara. Le terribili Mercedes 300 SL di Hermann Lang/Fritz Rieß e Theo Helfrich/Helmut Niedermayr tagliano il traguardo in prima e seconda posizione.
Embed from Getty ImagesIl team manager Alfred Neubauer durante la gara – The Team manager Alfred Neubauer during race – Photo credit: Getty images
Quella del 1952 è una edizione memorabile, anche per il tentativo di Pierre Levegh di guidare da solo l’intera 24 ore. Purtroppo sia a causa della stanchezza che per il guasto alla biella della sua Talbot-Lago T26 GS Spider, il tentativo sarà destinato a fallire.
3 agosto 1952: le SL strepitose anche al Nurburgring
Il risultato di Berna si ripete al Annivesary Gran Prix per Sport car sul terrificante circuito del Nurburgring. Sulla griglia quattro 300 SL W 194 in versione roadster, al volante Theo Helfrich, Lang, Rieß e Kling.

3 agosto 1952, Nurburgring, Lang, Kling, Rieß e Helfrich su Mercedes-Benz 300 SL tagliano il traguardo nelle prime 4 posizioni/August 3, 1952, Nurburgring, Lang, Kling, Mercedes-Benz 300 SL Helfrich Rieß and cross the finish line in the top 4 positions – Photo credit: Mercedes-fans.de
È ancora un trionfo, con le quattro auto ai primi quattro posti: il vecchio guerriero Hermann Lang è vincitore, lo seguono Rieß, Helfrich e Kling che ha perso tempo a causa di una perdita d’olio.

Rudolf Uhlenhaut seduto a bordo della W194 pronta per la panamericana/Rudolf Uhlenhaut sitting aboard the W194 ready for panamericana – Photo credit: Mercedes-Benz Archive
Una nuova sfida su un palcoscenico “mondiale”
Le difficilissime strade della Carrera Panamericana possono certamente rappresentare un bellissimo palcoscenico con una risonanza mondiale, capaci di mettere in mostra le capacità della 300 SL. Sui pericolosi sterrati messicani si disputa la terza edizione di questa competizione nata per celebrare la nuova arteria stradale che attraversa il Messico da nord a sud, dagli Stati Uniti al Guatemala. La Carrera in soli tre anni ha saputo conquistarsi una terribile fama grazie alle notevoli difficoltà degli impervi tracciati lunghi oltre 3000 chilometri, che conducono le vetture oltre tremila metri di altitudine.
23 novembre 1952: Carrera Panamericana 1952, un viaggio attraverso l’inferno
Una prova durissima quella della Panamericana, perché le sue sette tappe per complessivi 3113 km devono essere raggiunte in soli cinque giorni e senza alcun possibilità di riposo. Al pari della Mille miglia, della Targa Florio e della 24 ore di Le Mans, la Carrera Panamericana, rappresenta certamente una ardua prova per quanto riguarda motore, sospensioni e freni. Tra le case partecipanti oltre a Mercedes-Benz, Alfa Romeo, Lancia, Porsche, Volkswagen e Lincoln anche Ferrari che l’anno prima ha tagliato il traguardo nelle prime due posizioni; proprio per questo motivo, per l’edizione del 1952 gli americani chiedono di modificare il Regolamento di gara, creando una divisione di categorie tra i partecipanti: da una parte le Sport per auto sportive con due posti, dall’altra le Turismo Standard, comprendenti le auto da turismo di produzione standard, con minimo quattro posti. Ferrari è rappresentata dal team privato Guastalla, proveniente da Milano che ha iscritto 4 Ferrari 340 Mexico da 4,1 litri V12, assegnate a Ascari, Villoresi, Chinetti e Farina; inoltre guidata da Bracco/Bronzoni, la stessa Ferrari 250S da 3 litri che pochi mesi prima ha vinto la Mille Miglia e partecipato alla 24 ore di Le Mans. Tre le 300 SL iscritte, di cui due coupé e una spider, prelevate dagli 11 prototipi da corsa realizzati. Un corpo di alluminio disegnato nel tunnel del vento, copre una sottile gabbia di tubi metallici di piccolo diametro che formano il telaio alleggerito della SL. Le due Coupè hanno un peso netto di 840 kg., mentre la spider è di circa 70 kg. più leggera. I 170 CV disponibili permettono alla SL di raggiungere circa 250 km/h. ![]() 1952, alla 3^ Carrera Panamericana Mexico, la squadrone Mercedes-Benz: da sinistra: Hermann lang, Erwin Grupp, Karl Klink e Hans Klenk con 300 SL Coupé, John Fitch ed Eugen Geiger con 300 SL roadster/1952, 3rd Carrera Panamericana, Mexico, the Mercedes-Benz Squadron: from left: Hermann lang, Erwin Grupp, Karl Klink and Hans Klenk with 300SL Coupe, John Fitch and Eugen Geiger with 300 SL roadster- Photo credit: Mercedes-Benz Archive Sotto la direzione della leggendario Alfred Neubauer il team Mercedes-Benz giunge alla competizione con uno staff costituito da 23 persone e 13 veicoli comprendenti le auto da corsa, due camion e diverse 300 e 220 di serie utili per esercitarsi sugli sterrati della Panamericana. Mentre le Ferrari corrono con ruote da 16”, le SL montano ruote da 15”, inoltre sfruttando l’esperienza acquisita sugli impegnativi circuiti tedeschi, Neubauer decide di utilizzare i pneumatici già impiegati al Nurburgring con battistrada più spesso, capaci di riscaldarsi a sufficienza sui lunghi rettilinei e in grado di offrire una maggiore resistenza su lunghi tracciati; mentre per le tappe previste a partire da Città del Messico Neubauer impiegherà il pneumatico tipo chiamato “Avus” (impiegato sul noto circuito tedesco), con battistrada più sottile. Al volante di una delle due SL di nuovo Kling, con il copilota Klenk, sull’altra SL Hermann Lang con il copilota Erwin Grupp, mentre al volante della SL roadster il pilota John Fitch, che ha già auto occasione di correre alla panamericana dell’anno precedente a bordo di una Stock car Chrysler. John Cooper Fitch (discendente di John Fitch, inventore del battello a vapore) è un piota di notevole esperienza. Pochi mesi prima, tra i partecipanti di Le Mans, rimane impressionato dalle prestazioni della SL e allo stesso modo Rudolf Uhlenhaut, capo ingegnere del Team Mercedes-Benz nota le capacità di Fitch, tanto da offrirgli l’opportunità di testare la nuova SL sul Circuito del Nurburgring. Quasi una simpatia reciproca che ha dell’inverosimile, considerando che pochi anni prima Fitch, pilota scelto di aerei nell’esercito degli Stati Uniti, mitragliava a bordo del suo P-51 Mustang i terribili aerei da combattimento tedeschi Messerschmitt Me 262. Ad ogni modo la prestazione di Fitch è degna di nota e il pilota riesce a convincere Nuebauer a partecipare alla Panamericana dello stesso anno. Una decisione “fuori programma” in quel momento per la casa tedesca. A Fitch viene data quindi la SL roaster, ma senza possibilità di testarla. Il suo copilota è il tedesco Eugene Geiger; la comunicazione tra i due è abbastanza difficoltosa in quanto Geiger parla solo tedesco e Fitch solo l’inglese, inoltre il boato del motore e il rumore durante la gara non sono certo di aiuto, così i due decidono di utilizzare i gesti. Tappa 1 da Tuxtla-Gutierrez a Oaxaca La competizione non inizia nel migliore dei modi per le SL. La guida di Fitch è molto aggressiva, durante la competizione John si lamenta del sovrasterzo della sua SL roadster, soprattutto nelle curve con fondo accidentato. Come può accadere in corse su tracciati urbani come la Mille miglia, da dietro l’angolo può improvvisamente saltare fuori qualcosa, così Fitch, come altri piloti, tende a correre stando in centro al tracciato e ciò offre anche una maggiore visuale delle curve; mentre corre lungo un rettilineo ad alta velocità un pneumatico esplode rompendo un ammortizzatore, John decide così di fermarsi per riparare l’auto, ma ciò è contrario al regolamento, così il pilota viene squalificato dalla prima tappa. La SL di Kling invece prima fora un pneumatico, poi mentre corre a circa 220 km/h, ha un incontro ravvicinato con un Caracara, una sorta di aquila locale, che ha la sfortuna di trovarsi sulla stessa traiettoria dell’auto e sfondando il parabrezza finisce contro il viso di Klang, che essendosi dimenticato di indossare il caschetto rimane ferito e perde i sensi. ![]() Sosta della 300 SL di Kling/Klenk dopo l’incontro con il volatile durante la prima tappa da Tuxtla Gutierrez a Oaxaca/The 300 SL of Kling/Klenk after meeting the bird during the first stage from Tuxtla Gutierrez in Oaxaca – Photo credit: Mercedes-Benz Archive Dopo aver bevuto the caldo Klang si riprende, ma la situazione peggiora quando dopo alcune miglia, a causa della pressione del vento dovuta alla alta velocità dentro la vettura, il lunotto posteriore esplode. A bordo della SL di Lang le cose non vanno molto meglio: poco prima di arrivare a Oaxaca, ha un brutto incidente, mentre corre a 200 km/h non riesce ad evitare un cane che attraversa il percorso, l’auto è danneggiata ma i piloti ne escono illesi. Alla sosta sia Mercedes che Ferrari possono effettuare il cambio dei pneumatici. La Ferrari 340 di Villoresi ha problemi all’iniezione, ma la grande sorpresa è che la prima tappa è stato vinta dal pilota francese Jean Behra su Gordini 17S da 2,3 litri. ![]() Sosta della 300 SL di Kling/Klenk per la sostituzione del pneumatico (dopo l’incontro con il volatile) durante la prima tappa da Tuxtla Gutierrez a Oaxaca in uno dei molti punti di sosta istituiti da Mercedes-Benz lungo il percorso/Parks of the 300 SL of Kling/Klenk for replacement of the tyre (after meeting the Caracara) during the first stage from Tuxtla Gutierrez to Oaxaca in one of the many checkpoints set up by Mercedes-Benz along the way Photo credit: Mercedes-Benz Archive Behra guidando da solo per tutta la tappa di 330 miglia senza effettuare il cambio delle gomme ha raggiunto Oaxaca con 6 minuti di anticipo rispetto alla Ferrari di Bracco. Mentre Kling arriva terzo, 8 minuti dopo Behra, a causa della sostituzione del pneumatico forato, che gli è costata ben 12 minuti. Il Senatore Luis Manjarre, grande appassionato di auto da corsa, sentita alla radio la notizia delle disavventura della SL con il volatile, fa inviare immediatamente con un aereo privato un nuovo parabrezza e un lunotto posteriore, assieme a delle barre in acciaio da montare davanti al parabrezza prima di partire per la seconda tappa. Tappa 2 da Oaxaca a Puebla A Oaxaca grazie alla vittoria conseguita nella prima tappa Jean Behra ha il diritto di partire primo. John Fitch partito quarto, sfreccia come al solito al limite delle possibilità della vettura, 30 miglia prima di Puebla attraversa a tutta velocità un ponte, ma ma non manca di notare le inequivocabili tracce di un disastro. Blocca la vettura e in mezzo alla polvere fa retromarcia, così descrive la scena che appare a suoi occhi: i segni neri dei pneumatici attraversano il ponte in diagonale verso destra e finiscono in un burrone, subito sotto, un precipizio. 10 metri più in basso vede la Gordini di Behra inclinata su un fianco e incastrata tra due rocce. I pneumatici di scorta montati sul retro della Gordini hanno funzionato come un roll-bar evitando che il pilota rimanesse schiacciato. Jean anche questa volta è stato salvato dalla fortuna. La seconda tappa si conclude con Villoresi primo, davanti alle due SL di Fitch e Kling, con Bracco quarto. ![]() La Gordini di Behra incastrata tra due rocce/The Gordini of Behra wedged between two rocks – Photo credit: unknown Tappa 3 da Puebla a Città del Messico Si apre con un altro terribile incidente su un ponte subito fuori da Puebla, il pilota locale Santos Letona esce di pista con la sua Jaguar XK120 sfondando il parapetto e muore sul colpo. La tappa si conclude con Bracco primo nella categoria Sport con la sua Ferrari 250S, seguito dalle tre SL di Kling, Fitch e Lang. Le auto partecipanti vengono scortate dalla polizia attraverso Città del Messico, dove 500.000 persone stanno celebrando la rivoluzione del 1910. Lungo il tracciato della gara, al passaggio dei concorrenti la folla picchia i pugni sulle vetture, mentre i soldati in preda alla agitazione impugnano le baionette. Tappa 4 da Città del Messico a Leon Lungo i polverosi rettilinei che risalgono il Messico verso nord Villoresi su Ferrari 340 Mexico ha il tempo migliore, dietro di lui la Ferrari di Bracco e quella di Chinetti, a seguire il trio di SL rallentate da una foratura. Per la squadra Mercedes è il momento di passare ai pneumatici tipo “Avus”. Tappa 5 da Leon a Durango Si tratta del tratto più lungo di tutta la gara. Mentre la Ferrari di Villoresi ha problemi alla distribuzione, la squadra Mercedes inizia a raccogliere i risultati del preciso programma di avanzamento della gara, stabilito tappa per tappa. Lungo il tracciato sterrato la polvere di pietra pomice presente è letale per i pneumatici. John Fitch per permettere al copilota di verificare durante la corsa lo stato di usura dei pneumatici, pratica dei fori sopra ai parafanghi, sul retro della vettura in modo da poterli osservare senza necessità di fermare l’auto. Per Neubauer è giunto il momento del contrattacco alla Ferrari. I tedeschi realizzano il miglior tempo della quinta tappa, battendo di un minuto la Ferrari di Bracco. Fitch con alcuni problemi allo sterzo, giunge quarto. La gara prosegue, ma delle 92 auto partecipanti ne rimangono ora solo 44. Tappa 6 da Durango a Parral e Tappa 7 da Parral a Chihuahua All’avvio della tappa Bracco è di nuovo in testa con un vantaggio di 3’ 45” rispetto a Kling, ma la Ferrari giunta a Parral inizia a perdere potenza. Bracco prima dell’avvio della settimana tappa, si avvicina a Klenk e gli consiglia di non prendersi ulteriori rischi, dato che ha capito che il motore della sua Ferrari 250S non è ha ancora per molto. Subito fuori da Parral, dopo sole 20 miglia la 250S infatti si ferma per un guasto e la SL di Kling prende il comando. Fitch malgrado i grossi problemi allo sterzo non vuole per alcun motivo perdere posizioni. Poco dopo la partenza della settima tappa la sua auto esce però di pista in un testa coda. Si dirige allora al punto di sosta, dove i meccanici dopo 13 minuti di lavoro sull’allineamento dello sterzo riescono a farlo ripartire. Giunto a Chihuahua viene ancora una volta squalificato per aver ricevuto assistenza durante la gara. Gli viene permesso di correre nell’ultima tappa ma senza il conteggio di alcun punteggio. Kling vince la settima tappa con una velocità media di 203 km/h. davanti a Chinetti e Maglioli. Giovanni Bracco con la sua Ferrari 250 Sport fermo a Parral al rifornimento, poco prima dell’inizio della settima tappa/Giovanni Bracco with his Ferrari 250 Sport catch in Parral refuelling, shortly before the start of the seventh stage – Photo credit: Getty images Tappa finale da Chihuahua a Cuidad Juarez E’ la tappa più veloce e la più dura di tutta la competizione. Forti venti soffiano sabbia attraverso la strada, inoltre la temperatura si è notevolmente abbassata. Un gruppo di vetture semidistrutte, carrozzerie ammaccate dai sassi e dagli urti, resti di animali e vegetazione sulla griglia del radiatore, transita davanti alla folla in attesa tagliando il traguardo.
Embed from Getty Images Karl Kling e Hermann Lang vittoriosi dopo l’estenuante Carrera Panamericana/Karl Kling and Hermann Lang victorious after the grueling Carrera Panamericana – Photo credit:Getty images |
Nasce la SL “Hobel”
Dopo la incredibile catena di successi ottenuti dalla 300 SL (W194) nel 1952, realizzata in soli dieci esemplari, e conclusasi con l’epica esperienza della Carrera; nel 1953 il Consiglio di amministrazione di Mercedes-Benz decide di sviluppare una nuova versione dell’auto in vista della nuova stagione agonistica del 1954.

Mercedes-Benz 300 SL “Hobel” (W194) Prototipo/Mercedes-benz 300 SL “Hobel” (W194) Prototype – Photo credit: Mercedes-Benz Archive
Il prototipo elaborato a partire dalla W194 ed identificato con il numero di telaio 00011/53, comprende diversi perfezionamenti tecnici: un passo ridotto di 100 mm., per avere una migliore distribuzione dei pesi.

Mercedes-Benz 300 SL “Hobel” (W194) Prototipo/Mercedes-benz 300 SL “Hobel” (W194) Prototype – Photo credit: Mercedes-Benz Archive

La “Hobel” a fianco della W194/The “Hobel” alongside the W194 – Photo credit: Mercedes-Benz Archive
Una carrozzeria in magnesio riveste un motore con basamento in alluminio, dotato di iniezione diretta, capace di ben 215 Cv, 40 CV in più rispetto alla versione originale con carburatore; inoltre vengono apportate modifiche alla canalizzazione dell’aria di raffreddamento e al telaio, riducendo il peso complessivo del veicolo. La nuova SL è ora davvero “Leicht”, pesa infatti quasi 90 kg. in meno rispetto alle precedenti W194. Questo nuovo prototipo grazie alla particolare forma del muso tronco con una griglia di raffreddamento ridotta rispetto alla W194 viene soprannominato “Hobel” (pialla del falegname) e sui tracciati come Monza, Hockenheim e Solitude-ring dimostra ottime capacità.

Da sinistra la W194, la “Hobel” e la 300 SL “Gullwing” (W198 I) – From left the W194, “Hobel 300 SL” Gullwing “and” (W198 I) – Photo credit: Mercedes-Benz Archive
12 ottobre 1953: il veicolo è pronto per effettuare i primi test. Un giorno intero di test sul circuito di Solitude permette ai piloti di iniziare a prendere dimestichezza con la nuova vettura in vista della stagione del 1954. Il tracciato del Solitude ring, che attraversa alcuna centri abitati viene come di consueto transennato dalla polizia. In pista una 300 SL da corsa della stagione 1952 e il nuovo prototipo con telaio n.00011/53. La linea di partenza e quella di arrivo si trovano all’angolo di Glemseck. Il Direttore di gara Alfred Neubauer ha organizzato ogni cosa proprio come in una giornata di gara: pneumatici, fusti di combustibile, bandiere di segnalazione e servizi di cronometraggio, presenti naturalmente meccanici e ingegneri, così come i fotografi e i medici. Un set-up perfetto per una giornata di formazione. Il tempo record sul giro viene realizzato dal pilota più giovane: Hans Herrmann, che ha completato il tracciato di 11,7 chilometri in 4’52”, surclassando conducenti considerevolmente più esperti come Karl Kling (5’17”), Hermann Lang (5’10”), Fritz Rieß (5’07”) e il capo ingegnere Rudolf Uhlenhaut (5’03”). Come Neubauer ha annotato nella sua relazione: “il nostro giovane ed emergente pilota Hans Herrmann ha realizzato una performance sorprendente, essendo l’unico a concludere in meno di cinque minuti, infrangendo il record del giro ufficiale, tenuto fino a oggi dal motociclista Kavanagh”. Herrmann viene quindi naturalmente messo sotto contratto per la stagione 1954.

1954, Hans Herrmann seduto sulla W196 al Gran Premio di F1 di Francia a Reims, prima della gara/1954, Hans Herrmann sitting on the W196 F1 Grand Prix of France at Reims, before the race – Photo credit: Mercedes-Benz Archive
A questo punto l’azienda cambia i propri programmi, decide di tornare si a gareggiare nel 1954, ma per partecipare al Campionato di Formula uno, mettendo in pista una vettura totalmente nuova. Un obbiettivo che ha la precedenza assoluta su tutte le altre attività agonistiche in corso; la partecipazione della 300 SL alle competizioni del 1953 viene quindi abbandonata. A questo punto la casa di Stoccarda parte con il progetto della strepitosa monoposto W196 che in mano a Fangio otterrà risultati straordinari.
Mercedes-Benz 300 SLR. Tutta un’altra storia?
![]() Lo chassis della Mercedes-Benz 300 SLR/The chassis of Mercedes-Benz 300 SLR – Photo credit: Mercedes-Benz Archive 1955: la nuova parola d’ordine è F1, Mercedes-Benz spopola in tutte le piste, ma all’appello manca una gara popolare in tutto il mondo come la Mille miglia, dove Mercedes-Benz ha un conto in sospeso con Ferrari ancora dal 1952, anno della sfiorata vittoria con la W194. La 300 SLR, nasce quindi appositamente con lo scopo di partecipare alla 24 Ore di Le Mans, al Campionato del mondo sport prototipi e alla Mille Miglia. Così proprio grazie agli sviluppi tecnici elaborati per la formula uno (W196) nasce la SLR: Sport Leicht-Rennen (sportiva, leggera e da corsa).Nonostante la somiglianza del nome, la SLR (nota con il codice W196S) non è esattamente una evoluzione della 300SL (W194), quanto piuttosto figlia della strepitosa monoposto, da cui eredita la maggior parte del telaio, della trasmissione e il motore da 8 cilindri con valvole desmodromiche, da 2.496 cc., potenziato a 2981 cc. con uno sviluppo di ben 310 cv e una velocità di punta di oltre 300 km/h. Anche il sistema di iniezione del carburante ad alte prestazioni è quello della W196, che a sua volta ha sfruttato quello impiegato durante la seconda guerra mondiale sul caccia Messerschmitt Bf 109E. Il telaio reticolare è a tubi di alluminio come nella 300 SL, qui però più rigido, più leggero e più basso e sostiene una leggerissima carrozzeria in lega di magnesio, materiale che però nel terribile incidente di le Mans del ’55 risultò poi essere facilmente infiammabile ed impossibile da spegnere. Per ridurre l’usura dei freni in gara, Uhlenhaut crea (per la 24 ore di Le Mans) uno specifico deflettore ricavato da una parte del posteriore della carrozzeria, che alzandosi in verticale prima delle curve offre un buon contributo nella fase di decelerazione. Embed from Getty Images24 ore di Le Mans, 11-12 giugno 1955, Karl Kling su Mercedes-Benz 300 SLR alla curva del Tertre Rouge aziona il deflettore frenante, dietro di lui lo sfortunato compagno di squadra Pierre Levegh/24 hours of Le Mans, 11–12 June 1955, Karl Kling on Mercedes-Benz 300SLR at the bend of the Tertre Rouge operates the brake baffle, behind him the unfortunate teammate Pierre Levegh – Photo credit: Getty images ![]() Photo credit: Mercedes-Benz Archive Come nella W196 il motore è stato inclinato a destra per abbassare il profilo della vettura, creando come conseguenza il caratteristico rigonfiamento del cofano sul lato del passeggero per la bocca di aspirazione dell’aria di raffreddamento. Nata grazie alle notevoli capacità del capo progettista Rudolf Uhlenhaut la 300 SLR è la più grande auto sportiva da corsa mai realizzata, come la definisce Stirling Moss.Anche le edizioni del ’53 e ’54 della Mille Miglia vedono tagliare il traguardo per primi gli inarrestabili italiani, su Ferrari e Lancia; ma il 1° maggio del 1955 appaiono minacciose alla partenza della Mille Miglia ben quattro 300 SLR. Mille miglia 1955, la 300 SLR di Fangio alla partenza/Mille miglia 1955, Fangio’s 300 SLR at the start – Photo credit: Getty images Fangio, Moss e Kling, portano nel ’55 la SLR al successo in tutte le principali gare su strada: oltre alla Mille Miglia, alla Targa Florio, alla Corsa dell’Eifel presso il Nürburgring, al Tourist Trophy e al Gran Premio di Svezia. Al volante quattro assi, tra cui oltre a Fangio, Kling, Hermann e Stirling Moss, nuova promessa della Formula uno, che insieme al copilota Denis Jenkinson, taglia per primo il traguardo con la sua SLR numero 722 in 10 ore, 7, minuti e 48 secondi, con l’incredibile media di 157,65 km/h; è il miglior tempo mai realizzato nella storia della corsa5. Segue Fangio, rallentato da alcune difficoltà meccaniche. ![]() Photo credit: Mercedes-Benz Archive A causa di un guasto, Hans Herrmann è invece costretto al ritiro sul Passo della Futa quando, al volante della sua 300 SLR, occupava saldamente la seconda posizione. Alla 24 ore di Le Mans dello stesso anno la SLR acquisisce purtroppo anche una fama negativa, in seguito al più terribile incidente della storia dell’automobilismo, quando alla guida di Pierre Levegh finisce nella tribuna degli spettatori. Mercedes-Benz si ritira dal mondo delle corse, lasciando continuare a correre una manciata di privati appassionati. ![]() Rudolf Uhlenhaut con la 300 SLR Prototipo “Coupé di Uhlenhaut” (W196 S), 1955/Rudolf Uhlenhaut with the 300 SLR “Uhlenhaut-Coupé” prototype, (W196 S), 1955 – Photo credit: Mercedes-Benz Archive ![]() La 300 SLR Prototipo “Coupé di Uhlenhaut” (W196 S), 1955/The 300 SLR “Uhlenhaut-Coupé” prototype (W196 S), 1955 – Photo credit: Mercedes-Benz Archive Dei nove esemplari di 300 SLR prodotti, due vengono convertiti in versione stradale coupè, impiegando anche parti della 300 SL, creando così una sorta di ibrido tra i due modelli, noto con il nome di Coupé di Uhlenhaut: all’epoca l’auto più veloce al mondo circolante. Dopo il disastro di le Mans, questo progetto, pur avendo caratteristiche adatte per poter essere messo in produzione viene abbandonato. |

Da destra a sinistra: la 300 SL (W194) del 1952, il prototipo 300 SL “Hobel” 194/11 per la stagione 1953, la W198 per la produzione di serie (1954) e all’estrema sinistra la 300 SLR “Coupè di Uhlenhaut” W196 S del 1955 – From right to left: the 300 SL (W194) of 1952, the prototype 300 SL “Hobel”194/11 for the 1953 season, the W198 for series production (1954) and on the far left of the 300 SLR W196 “Uhlenhaut Coupè” of 1955 – Photo credit: Mercedes-Benz Archive
Vittorio Piaggi
Note
- Inoltre il 19 marzo 1945 Hitler ha ordinato la distruzione di tutte le installazioni industriali, militari e civili presenti in Germania.
- Il propulsore M194 è sua volta derivato dal M186 da 3 litri, impiegato sulle massicce berline Typ 300.
- Il Solitude-Ring è un glorioso circuito oramai in disuso, situato lungo la Valle di Mahden, fra le città di Stoccarda, Leonberg e Büsna. Qui si tenevano gare fino al 1965, incluse le gare di Formula 1 nel 1960. Alfred Neubauer è apparso qui per la prima volta nella sua veste di direttore di gara nel 1926. Sul Circuito di Solitude hanno corso leggende come Von Trips, Jim Clark e Chris Amon. Il tracciato percorreva diverse strade pubbliche che in occasione delle competizioni venivano temporaneamente chiuse. Il suo nome deriva dal vicino Castello della Solitudine del 1764, (Schloss Solitude), residenza di caccia del Duca di Württemberg. Nel luglio del 2015 Mercedes-Benz ha celebrato il Solitude Revival mettendo in pista come allora le 300 SL sul leggendario circuito.
- Otto Wilhelm Rudolf “Rudi” Caracciola, è uno dei mitici piloti anteguerra che come Nuvolari, ha avuto il fegato e le capacità per vincere su automobili velocissime ed impossibili da guidare come le formula uno degli anni ’30. Nato in Germania da una famiglia di origine italiana era soprannominato”Il mago della pioggia” per le sue notevoli capacità di guida anche su strade bagnate.
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Nel 2015 Mercedes-Benz ha festeggiato i 60 anni della vittoria del 1955 alla Mille miglia con il “Mercedes-Benz Tribute to Mille Miglia” a cui hanno preso parte al volante delle 300 SLR i piloti che all’epoca hanno partecipato alla gara: Sir Stirling Moss, Hans Herrmann, oltre al contemporaneo Ralf Schumacher. All’evento hanno partecipato in qualità di ambasciatrici del marchio le potentissime e supersportive SL AMG, SLR e SLS.Fonti– La carrera panamericana – J.Tipler, veloce publishing, 2014.– Mercedes sport – R.W.Schelegelmilch, H.Lehbrink, Konemann edit.– Mercedes – E.Deleidi, ediz.Quattroruote, 2008– mercedes-seite.de
17 luglio 1954, Alfred Neubauer abbraccia Juan Fangio e Carl Kling (a sinistra) prima della partenza del Royal Automobile Club Grand Prix race a Silverstone/July 17, 1954, Alfred Neubauer embraces Juan Fangio and Carl Kling (left)before the departure of the Royal Automobile Club Grand Prix race at Silverstone – Photo credit: Getty images
Mercedes-Benz SL: a Super lightweight racing car [English version]
1946, the largest catastrophe in the history of humanity is just ended leaving behind death and destruction. Only two years before Daimler-Benz plants in Sindelfingen, Untertürkheim, Berlin-Marienfelde and Mannheim were bombarded1 and the us authorities who have taken control of the area in which the main establishments, have imposed not to produce newly designed cars. The only assembly lines still intact are those of the range W136 including 170V born in far 1935. In 1949 the ban is lifted and Mercedes-Benz, despite limited resources, may return to design new cars. The main purpose is to rebuild the company economically, giving back to the German company the prestige and credibility of the past, a position where the return to the world of racing is extremely important, and that’s how it comes to life the project SL “Sport und Licht“.

Mercedes-Benz 300 SL (W 194) – Photo credit: Mercedes-Benz Archive



The Team manager Alfred Neubauer during race – Photo credit: Getty images
Hermann Lang su Mercedes Benz 300 SL alla 1000 km del Nurburgring, 1952/Hermann Lang on Mercedes Benz 300 SL at 1000 km of Nürburgring, 1952 – Photo credit: Getty images

However Fitch performance is remarkable and the pilot manages to convince Nuebauer to participate in the Panamericana race that year. A decision “unscheduled“ at that time for the German company. Fitch is given then the SL roaster, but with no chance to test it. His co-pilot is German Eugene Geiger; communication between the two is quite difficult because Geiger speaks only German, and Fitch just English; also the engine roar and noise during the race are certainly not help, so they decided to communicate using gestures.
Opens with another terrible accident on a bridge just outside Puebla, the local pilot Santos Letona leaves the track with his Jaguar XK120 breaking through the railing and dies instantly.
The stage ends with Bracco first in the Sports category with his Ferrari 250S, followed by the three SL of Kling, Fitch and Lang. Than the participants are escorted by police through Mexico City, where 500,000 people are celebrating the revolution of 1910. Along the route of the race, to the passage of the competitors crowd beating fists on cars, while the soldiers gripped by unrest wielding bayonets.
Along the dusty straights dating Mexico north ward Villoresi of Ferrari 340 Mexico was the best time, behind him the Ferraris of Bracco and the one of Chinetti, followed by the trio of SL slowed by a puncture. For the team Mercedes is time to move on to the tires type “Avus”.
This is the longest stretch of the race. While Villoresi on Ferrari has distribution problems, the Mercedes team starts collecting the results of their specific program of advancement of the race, established step by step. Along the dirt track the pumice powder is lethal for tires.
Neubauer is time for the counter attack at Ferrari. The Germans realize the fastest time of the fifth stage, beating a minute’s Ferrari Bracco. Fitch with some steering problems, comes fourth.
The race continues, but the 92 participating cars are left now only 44.
At the start of stage Bracco is again in the head with a lead of 3’45″compared to Kling, but Ferrari came to Parral begins to lose power. Bracco before the start of stage approaches Klenk and advised him not to take more risks, because he understood that the engine of his Ferrari 250S does not have much longer. Immediately outside Parral, after just 20 miles the fact 250S stops for a fault and the SL of Kling takes command.
Fitch spite of the major problems with the steering does not want for any reason to lose his position. Shortly after the start of the seventh stage, however, his car out of the track in a spin. It then directs the staging point, where the mechanics after 13 minutes of work on the alignment of the steering can restart it. Arriving in Chihuahua is once again disqualified for receiving assistance during the race. It is allowed to run in the last stage but without counting any score.
Parral, Giovanni Bracco on Ferrari 250S, about to leave for the seventh stage – Photo credit: Getty images
This is the faster and harder stage than the whole competition: strong winds blow sand across the road, also the temperature has been lowered significantly. A group of half-ruined cars, body bruised by stones and bumps, animal remains and vegetation on the radiator grille, passes in front of the crowd waiting to cross the line.
After four stages won the SL of Kling/Klenk conlude first at the third Panamericana, with an average speed of 165 km/h, and a total time of 18 hours, 51 minutes and 19 seconds, having covered the final leg to the remarkable average of 214 km/h. The Hermann Lang’s SL comes second overall followed by the Ferrari 340 Mexico’s Chinetti and the Lancia Aurelia Maglioli.







Mercedes-Benz 300 SLR at Mille miglia 2014, passage in Siena siena with Jochen Mass driver – Photo credit: Mercedes-Benz Archive

The 300 SLR “Uhlenhaut-Coupé” prototype (W196 S), 1955 – Photo credit: Mercedes-Benz Archive
Sources
– La Carrera Panamericana – J.Tipler, fast publishing, 2014.
– Mercedes sports – RWSchelegelmilch, H.Lehbrink, Konemann edit.
– Mercedes – E.Deleidi, ediz.Quattroruote, 2008
– Mercedes-seite.de
July 16, 1954, Juan Manuel Fangio (right) with Karl Kling on Silverstone Circuit – Photo credit: Getty images
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